Il Consolato Generale d’Italia a Monaco di Baviera si trova in Moehlstrasse 3 (nelle vicinanze di Europaplatz, quartiere di Altbogenhausen), in un edificio di proprietà della Repubblica Italiana, ed è raggiungibile con:
– U-Bahn, linea U4 oppure U5 (fermata Max-Weber-Platz)
– tram, linea 16 (fermata Friedensengel/Villa Stuck)
– autobus linea 100, (fermata Friedensengel/Villa Stuck)
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Il Consolato Generale d’Italia a Monaco di Baviera ha sede dal 1951 nel complesso di Villa Kustermann, sita al n. 3 della Möhlstrasse nel quartiere residenziale di Bogenhausen.
La residenza fu costruita in stile neoclassico tra il 1901 e il 1902 dall’impresa Heilmann & Littmann, sotto la direzione dell’architetto Max Littmann, per il commerciante Hugo Kustermann. Questi aveva acquistato nel 1903 la proprietà, comprensiva di un terreno esteso su 2.900 mq, da Josef Kölbl per il prezzo di 204.270 marchi.
Nel 1902 la villa era già pronta per essere abitata, nel 1905 vi fu aggiunta una dependance con le abitazioni del giardiniere e del cocchiere. Grazie alla collaborazione dell’architetto Erich Goebel vi furono creati all’interno sontuosi ambienti di rappresentanza (il gran salone, la stanza delle signore, la stanza dei signori, la biblioteca, la sala da pranzo e un guardaroba per gli uomini e uno per le donne), che dovevano rispecchiare la condizione altolocata del proprietario, con il suo reddito annuo di 320.000 marchi.
Oltre ai numerosi elementi decorativi, spiccavano le pregevoli sculture allegoriche della “Forza” e della “Bellezza”, che sormontano le colonne di sostegno del cancello monumentale, esempio precoce delle opere degli scultori Heinrich Düll e Georg Pezold, il cui atelier si trovava al vicino civico 31 della stessa Möhlstrasse.
Le raffigurazioni allegoriche della Forza e della Bellezza, opera degli scultori Düll e Pezold, coronano l’ingresso monumentale
Durante la seconda guerra mondiale nello scantinato della villa si trovava un rifugio antiaereo pubblico.
Nel dopoguerra la villa, passata sotto la proprietà dello Stato bavarese, fu spogliata della quasi totalità degli elementi decorativi. Il tetto, gravemente danneggiato, fu ricostruito semplificandone le forme e la struttura.
Dal 1951 divenne sede del Consolato Generale d’Italia; il 16 novembre del 1989, su proposta del Console Generale Sergio Valacchi, fu acquistata dallo Stato italiano.
Due vedute della sede del Consolato Generale (2018)
La villa rappresenta uno degli esempi tipici delle residenze della “grande imprenditoria” che si trovavano lungo la Möhlstrasse ai primi del novecento e della cui ricchezza sono rimaste numerose tracce negli edifici che costeggiano la strada. Tuttavia le sfarzose condizioni abitative lasciavano il posto alle condizioni tutt’altro che confortevoli degli ambienti destinati al personale di servizio. Willibald Karl cita nel suo libro sulla Möhlstrasse una testimonianza oculare:
“La natura di queste residenze merita un capitolo a sé. Tanto moderne e sfarzose per i padroni, quanto squallide e misere per il personale di servizio e gli intendenti. Loro avevano il riscaldamento centralizzato e l’acqua calda, montacarichi e altri annessi di pregio. Noi invece non avevamo né bagno, né riscaldamento né illuminazione elettrica. Utilizzavamo una lampada a petrolio nel cucinotto e andavamo a dormire a lume di candela. Nostra madre ci faceva il bagno nella tinozza per il bucato”.
(Anna Riedesser, classe 1905, il 16.09.1993)
Nella collana dal titolo “Ville di nuova costruzione a Bogenhausen, parte IV” la “Süddeutsche Bauzeitung” fornisce una descrizione dettagliata datata 14 maggio 1904 della “residenza principesca del console e imprenditore Hugo Kustermann”:
“A differenza delle ville testé nominate sono state qui aggiunte, a lato del massiccio portale in pietra dell’ingresso monumentale, una stalla per quattro cavalli con una rimessa della capienza di 8-10 carrozze e le stanze del cocchiere, esemplari nella loro concezione ad opera dello stesso proprietario che dimostrò per l’occasione il possesso di una straordinaria competenza specifica in materia.
Gli ambienti delle stalle sono così ben riusciti da creare insieme al corpo principale un pittoresco cortile chiuso. Sotto l’arco monumentale si trova l’ingresso principale della residenza, i cui interni sono stati realizzati in armonia con lo stile dell’esterno.
Al piano terra si trovano gli ambienti di rappresentanza, realizzati con grande sfarzo e raffinatezza e quasi ovunque arredati con mobilio di pregio. Le stanze da letto, come quella dei bambini e quella degli ospiti site al primo piano sono parimenti ricche ed eleganti – come pure una piccola stanza per gli uomini, che sarebbe poi stata arredata come la cabina di una nave per seguire le inclinazioni sportive del proprietario.
In cantina si trova la grande cucina con gli ambienti di servizio annessi e l’impianto di riscaldamento. – in soffitta si trovano invece le stanze del personale di servizio, la lavanderia, la stireria e simili.
Le facciate, in forme barocche, sono realizzate a intonaco con l’utilizzo di pietre ricche di calcare conchilifero: le superfici del tetto – parzialmente mansardate – sono coperte di pannelli rossi. La facciata meridionale dell’edificio si apre con una terrazza aggettante su un giardino di dimensioni piuttosto grandi, il cui impianto regolare è in perfetta armonia con lo stile della villa.
E’ stata prestata cura particolarissima all’esecuzione dei lavori in ferro battuto delle grate delle finestre, delle recinzioni, delle balaustre dei balconi e delle scale, perlopiù seguendo i vecchi buoni modelli.”
Fonti:
http://www.nordostkultur-muenchen.de/architektur/moehlstrasse_nummer3.htm
http://www.nordostkultur-muenchen.de/architektur/Moehlstrasse_3_2.htm
Karl, Scola: “Die Möhlstrasse”, 1998.
Dorle Gribl: “Prominenz in Bogenhausen”, München 2009;